Ragusa

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IL TERRITORIO DI RAGUSA E LA SUA STORIA

PATRIMONIO STORICO ARCHEOLOGICO

Reperti archeologici, conservati nel locale Museo, e alcune nicchie sepolcrali intagliate nella roccia fanno ascendere le origini della città a Hibla, centro siculo dedicato alla dea Hybla. Testimonianze ricavabili dalle necropoli di Monte Rito, 'di Cortolillo, di Tabuna e di Cava Pece indicano gli influssi delle varie dominazioni che si susseguirono nei secoli. Non si hanno reperti importanti riferibili ai periodi greco e romano, mentre restano esigue vestigia della cinta muraria edificata in età bizantina, epoca in cui si pub fare risalire l'origine certa della città, comparendo fra l'altro l'attuale denominazione che alcuni studiosi vogliono derivare dalla trasformazione     del greco Herea in Heresium per poi passare a Reusium, Reusia, Raccusa sotto gli arabi, Rausa e al definitivo Ragusa.

Si susseguirono varie dominazioni, prima gli Arabi, successivamente i Normanni, sul finire dell'anno 1000, che elevarono Ragusa, una prima volta, a Contea, poi si susseguirono le dominazioni degli Svevi e dei Francesi, quest'ultima affogata nella rivolta dei Vespri siciliani (1282) che fu preludio della nuova elevazione a sede di Contea, sotto il regno di Pietro d'Aragona.

Alla fine del XIII secolo inizia l'illuminato domino della famiglia dei Chiaramonte, die governarono la Contea fino all'estinzione della dinasta, avvenuta nel 1392. Sotto la dominazione dei Cabrera la Contea di Ragusa visse ancora un periodo di splendore, anche se, a causa di alcuni moti popolari, la sede venne trasferita a Modica a partire dal 1448. Durante la successiva dominazione degli Henriquez si ebbe il catastrofico terremoto del 1693 che determinò la ricostruzione distinta di due centri abitati.

Di tutte le strutture edificate fra la tarda antichità e la fine del '600 esistono solo frammenti: un breve tratto della cerchia di mura, nelle adiacenze della Chiesa del SS Trovato, un portale di epoca sveva e la torre campanaria nella Chiesa di San Francesco all'Immacolata, il portale della antica Cattedrale di San Giorgio, la porta Walter, l'unica delle porte che si aprivano nella cinta muraria di epoca bizantina, un piccolo portale gotico murato all'esterno della Chiesa di Sant'Antonino, le cappelle annesse a una delle navate della chiesa di Santa Maria delle Scale, la Cona del Gagini, databile al 1570, conservata nella sagrestia del Duomo di San Giorgio, sicuramente recuperata dalle macerie del tempio antico.

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RISERVE NATURALI, FIUMI E LAGHI
LA RISERVA NATURALE PINO D'ALEPPO:
La valle del fiume Ippari è in gran parte occupata dalla RNO Pino d'Aleppo, affidata in gestione alla Provincia Regionale di Ragusa. Il bosco Pino d'Aleppo, sebbene ormai molto frammentato, rappresenta, insieme al sottobosco tipico dove vegetano specie botaniche di grande interesse scientifico, uno degli spetti più interessanti della vallata. 
La stazione Ipparina, grazie ai magnifici pini, è ormai considerata da molti studiosi come l'unico areale autoctono di tutta la Sicilia.
Tutta la zona di riserva, negli anni stravolta dall'uomo, si presenta  amacchie di leopardo: zone ricche di pini si alterano a zone substeppiche o a gariga con alberi domestici come carrubi, olivi, mandorli e fichidindia. 
L'area di riserva è posta fra i due principali fiumi della zona, l'Ippari e il Dirillo, che nei tempi passati avevano portate ben più cospicue adatte ad una, oggi inimmaginabile navigazione.Proprio in questa zona di pianura, chiamata nei tempi passati Plaga Mesopotamica, si insediarono i primi coloni greci, che vi fondarono Kamarina, vivace città che ha alternato a periodi di grande splendore momenti di forte decadenza fino alla sua completa distruzione da parte dei romani.
FIn dalla fondazione di VIttoria, la valle dell'Ippari dovette rivestire un'importanza economica fondamentale, in essa sorsero diversi mulini necessari per produrre la farina e si sviluppò oltre alla coltura degli ortaggi anche quella del riso, di cui rimane traccia in contrda Castelluccio nel fabbricato chiamato appunto Mulino del Riso, e quello della canapa. Sul finire dell'Ottocento, però, queste culture vennero proibite in quanto favorivano lo sviluppo delle zanzare e quindi della malaria.
L'Ippari nasce sotto Chiaramonte Gulfi, e precisamente dalle fonti di Cifali e Favarotta. Il fiumericeve acqua anche da una sorgente a nord di Vittoria e da un'altra, la famosa fonte Diana, che ha origine nel centro abitato di Comiso.
Nella parte terminale del fiume i Greci costruirono il "Porto-Canale", con banchine disposte a spina di pesce per l'attracco di navi onerarie. Per proteggere il porto canale dalle mareggiate, fu eretto anche un antemurale, i cui resti sono ancora visibili appena sotto il livello delle acque del mare, presso il promontorio argilloso di Cammarana. 

LA RISERVA NATURALE "MACCHIA FORESTA DEL FIUME IRMINIO"
Ad est, il fiume Irminio separa Marina di Ragusa dal territorio di Scicli. Il fiume è più volte ricordato in epoca greca e proprio i greci lo chiamarono Irminio. Plinio il vecchio, funzionario dell'Imperatore Vespasiano e vissuto nel I sec. d.C. nella sua monumentale Naturalis Historia fa derivare il nome Irminio dal dio Hermes, Mercurio per i Romani.
Più tardi gli Arabi chiamarono la foce dell'Irminio col nome di foce di Ragusa perchè il fiume nasceva proprio vicino Ragusa.  

Nel 1985, per proteggere questo pregevole territori, fu costituita la Riserva Naturale Speciale Biologica denominata "Macchia foresta del fiume Irminio" e che oggi, suddivisa in zona A (la riserva vera e propria) e zona B (la preriserva), si estende per un totale di 162 ettari.

Ancora oggi la vegetazione presente è molto varia e veramente preziosa: Ginepro, Lentischio arboreo, Pancrazio, Erba cristallina, Platani, Pioppi bianchi, Frassini, Salici, Esedra, Giglio marittimo, Tè siciliano, Canne, Cannagiole, Tifi, Spina santa insulare, Tamerici, Fiordaliso delle spiagge ecc..

La fauna è altrettanto ricca, oltre ai migratori che si fermano per rifocillarsi, si possono ammirare Gallinelle d'acqua, Folaghe, Aironi rossi e Aironi cenerini, Martin pescatore, Upupa, il Colombaccio, la Gazza, il Falco di palude, la Poiana, il Nibbio, il Cormorano, la Marzaiola, il Pendolino, il Tarabusino, il Cavaliere d'Italia, l'Occhiocotto, lo Zigolo nero, il Gruccione, la Ballerina gialla, la Ballerina bianca, e altri uccelli. 

Fra gli anfibi ci sono la Rana verde e il rospo. COme mammiferi è presente la Volpe, il Coniglio selvatico e la Donnola. Ultimamente sono stati introdotti esemplati di Nutria e Cinghiali.

LA RISERVA NATURALE DI CAVA RANDELLO
Situata a sud est della riserva naturale Pino d'Aleppo, questa cava conserva la tipica flora di questo lembo della sicilia.
Il terreno nel quale crescono lunghi filari di canne è costituito da bianchi strati di calcari marnosi, poggiati su un fondo prevalentemente argilloso. I bordi della cava, invece, sono popolati da lentischi, cisti, lecci, olivastri, mirti, piante aromatiche, efedera, smilace, palma nana, teucri e poi, durante la fioritura, da crocus, narcisi, scille, orchidee e ofridi in genere. Diverse sono le piante introdotte dall'uomo, dal carrubo agli eucalipti. 
Nell'area della riserva si trovano delle rovine di alcune necropoli facenti parte del complesso archeologico di Kamarina.

 
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SITI ARCHEOLOGICI IN PROVINCIA DI RAGUSA
Le origini della Provincia di Ragusa risalgono a 30.000 anni fa, come da testimonianze di alcuni raschiatoi e lame da taglio in pietra scheggiata, rinvenuti in una grotta nel territorio di Fontana nuova, nei pressi di Marina di Ragusa.
 
  • Kamarina: Antica città Greca, fondata dai Siracusani nel 498 a.c. Realizzata su tre fu distrutta dai romani durante la colonizzazione della Sicilia. E' presente un museo gestito dalla Provincia Regionale di Ragusa.

  • Monte Arcibessi: Nel territorio di Monte Arcibessi sono presenti insediamenti fortificati ("castellieri") dell'età del Bronzo e dell'età del Ferro. Abitati preistorici, resti di insediamenti abitati greci arcaici, testimonianze di epoca ellenistico-romana e resti bizantini e medievali.
  • Kaukana: Resti archeologici di una città portuale greco-romana ed insediamento bizantino.
  • Hybla Heraia: Resti della città stato siculo-greca rinvenuti dagli scavi effettuati a Ragusa Ibla.
  • Grotta delle Trabacche: Sito archeologico di architettura funebre a carattere monumentale dell'epoca romana e bizantina.
  • Castiglione di Ragusa: Insediamento siculo-greco con resti di due ampi quartieri del VI secolo a.C., fortificazioni, strada urbana, un'area sacra ed una necropoli Greca.
  • Fontana nuova: grotte risalenti al paleolitico nei pressi di Marina di Ragusa.